martedì 5 marzo 2019

La riforma epocale?

La montagna ha finalmente concepito, e presto partorirà, non un topolino ma un abominio: sarà la pietra tombale sul Giusto Processo. Il tutto senza il coinvolgimento di alcuna commissione di esperti: l’Accademia? per carità! Gli Avvocati? meno che mai!  Bastano le direttive e le idee di qualche esponente di una parte della magistratura oltre che di qualche tecnico ministeriale allineato, con il sigillo dell'ineffabile ministro e il gioco è fatto.

L’ennesima annunciata riforma in punti (32) della giustizia penale sarà l’occasione per la nuova politica del cambiamento  di autolegittimarsi - per dirla con le parole del Prof. Vittorio Manes -, abbandonando secoli di tradizioni liberali e democratiche e dando intendere ai cittadini di voler porre riparo ai guasti provocati nelle legislature precedenti. 
È pur vero che guasti ve ne sono stati in passato, ultima la famigerata riforma Orlando, quella che abbiamo dovuto accettare essendo quanto di "meno peggio" ci potesse capitare. 

Ma ecco, ora, i 32 punti programmatici che finalmente conferiranno efficienza e celerità (?) al sistema: la "riforma epocale". 
Non importa, se danneggerà i cittadini, vanificandone le garanzie difensive. Nel supermarket della politica gridata conta l’effetto promozionale, più del rispetto degli equilibri di sistema.

Il Giudizio immediato sarà dilatato ad libitum fino a divenire il modo ordinario di esercizio dell’azione penale; l’udienza preliminare sarà ulteriormente svuotata di significato; saranno accentuati i casi di inammissibilità dell'impugnazione da valutarsi - guarda un po'- a cura del giudice a quo; sarà introdotto il giudice monocratico di appello; ci sarà un’implicita abolizione del divieto di reformatio in pejus con il ritorno dell’appello incidentale, quello che Cordero definisce figlio del cotê rivoluzionario.
Una chicca è poi rappresentata dal punto 19: la necessita della procura speciale ad impugnare per il difensore dell'imputato assente o latitante, ma la procura dovrà essere rilasciata successivamente alla sentenza di primo grado. Sarà davvero agevole per il difensore farsi rilasciare la procura speciale da parte dell’assistito ... 

Queste sono solo alcune delle estemporaneita' di questa "bozza" (?) ministeriale che in buona sostanza riprende integralmente la proposta di riforma formulata da ANM lo scorso mese di novembre 2018. 
ANM, dunque, al di là di qualche segnale di disponibilità al confronto con l'Avvocatura, non ha rinunciato alla sua impostazione originaria che è stata cosi recepita dall'ineffabile ministro. 
L'Avvocatura viene blandita e se ne strumentalizza la correttezza per poi tacitarla, a cose fatte, con il classico piatto di lenticchie (già preparato). 
All'arroganza del precedente legislatore  si deve aggiungere la  malizia dell'attuale, che sorridendo beffardamente vanifichera' le garanzie processuali.
Non siamo  disposti ad accontentarci del "meno peggio".

Abbiamo il dovere di difendere il processo e i principi dello stato democratico da questo attacco violento e populista che, se non contrastato, segnerà il tempo della storia e il futuro delle liberaldemocrazie.

[Il Direttivo]