Il direttivo di Camera penale, a seguito dei provvedimenti adottati dall’Autorità giudiziaria nei confronti di alcuni appartenenti alla polizia penitenziaria in servizio presso la locale “casa circondariale”, prescindendo da ogni valutazione di merito, ad oggi assistita dalla presunzione di non colpevolezza, coglie l’occasione per stigmatizzare con forza le disumane condizioni in cui versano gli istituti di pena italiani e quello trapanese in particolare, nella sostanziale indifferenza della classe politica, che anzi manifesta adesione emotiva ad episodi di lesione della dignità umana.
Il numero di detenuti in Italia, al 30.10.2024, ha raggiunto la cifra di 62.110 persone, con un trend in costante crescita, le morti ascritte a suicidio quest’anno sono già ben 81, il corpo di polizia penitenziaria è spesso sottorganico, come nel carcere trapanese, associazioni indipendenti hanno, negli anni, accertato condizioni invivibili di intere sezioni, come nel caso di quella trapanese in cui si sarebbero consumati i fatti ascritti, a vario titolo agli indagati, tra i ristretti vi sono anche detenuti in condizioni psichiatriche incompatibili con la reclusione.
A fronte di un tale deficit democratico, questo direttivo richiama le autorità competenti ad adottare interventi strutturali urgenti idonei a ripristinare le condizioni costituzionali di espiazione della pena e di sottoposizione alla custodia cautelare, sperando di non disturbare l’intimo godimento di alcuno, soprattutto di chi, attualmente, ricopre le funzioni di sottosegretario alla giustizia del Governo.