Da Palamara a ... Palamara?
Il cosiddetto scandalo Palamara è passato sulle teste dell’opinione pubblica come uno tsunami degradato a pioggia intensa.
Nel suo libro, il rais delle nomine non ha rilevato nulla che già non si sapesse. Ma - è certo - fa effetto leggere nero su bianco come il CSM abbia criteri “fluidi” nel decidere le nomine (ora vale l’anzianità, ora no; ora vale l’esperienza pregressa in un ufficio, ora no) nonché leggere i meccanismi del “taglia fuori” (i venticelli della calunnia, le indagini costruite ad hoc).
Palamara è stato destituito ma il sistema - semplicisticamente definito correntizio - vive e opera ancora come faceva ai tempi di Falcone, del quale tra qualche giorno ricorrerà l’anniversario dell’omicidio. E sarà tutto un florilegio di ipocrita retorica della memoria da chi perpetua un sistema malato.
Per pura coincidenza, nello stesso mese di maggio, il plenum deciderà nomine importanti.
La domanda è: lo farà in discontinuità seguendo logiche oggettive (anzianità, pregressa esperienza) oppure lo farà secondo le solite logiche di appartenenza che decidono anche il prossimo portiere della squadra nella partita della memoria?
Il Direttivo
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